Grazie” alla direttiva 2010/63/UE che sta per entrare in vigore in tutta Europa, dal 2013 si potrà sperimentare su cani e gatti randagi, cosa finora proibita. L’Europa di trent’anni fa, quando fu varata la prima direttiva comunitaria, pensava che il randagismo fosse un fenomeno da incivili, da risolvere al più presto. Gli eurodeputati del XXI secolo non lo pensano più: per loro è corretto sottoporre tutti i randagi ai peggiori esperimenti. Che nessuno dica “io non sapevo!”.
Qui altre informazione su che cosa significa lasciare via libera ai test sui randagi, come avviene negli Usa e in Australia.
Grazie a Dio, però…notizia di ieri…
Ministero della Salute – trasmesso alla Commissione europea il divieto di sperimentazione sui randagi
Il Ministero della Salute ha trasmesso nella giornata di ieri alla Commissione europea la nota con la quale l’Italia conferma il divieto totale di utilizzo di animali randagi a fini scientifici e sperimentali. Il riferimento è all’attuazione della Direttiva comunitaria 2010/63/UE relativa alla protezione degli animali impiegati per fini scientifici (altresì detta “Direttiva vivisezione”). Lo Stato italiano ha, pertanto, confermato il preesistente divieto, rispetto alla Direttiva, di sperimentare sui randagi. Tale comunicazione doveva avvenire entro e non oltre il 31 dicembre 2012. Ritardo quest’ultimo che aveva preoccupato gli animalisti che avevano risposto ad una appello del Comitato Nazionale per l’Istituzione dell’Ufficio del Garante dei Diritti degli Animali (UGDA), il quale aveva sommerso di email gli uffici competenti del Ministero, oltre che contattare la Segreteria del Presidente del Consiglio. Soddisfazione è stata espressa dalla Presidente UGDA, Paola Suà, la quale ha rinnovato l’impegno del Comitato affinché vengano resi esecutivi anche gli obblighi, tra cui quello di anestesia, recentemente approvati dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica. (fonte: GeaPress)
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