I Beagle del Green Hill sono salvi!

La protesta degli animalisti “Fermiamo Green Hill” ha funzionato. Solo una settimana fa attivisti di tutta Italia si sono dati appuntamento a Montichiari per difendere i cani beagle allevati nella struttura e destinati ai laboratori farmaceutici di tutta Europa. Ieri è arrivata la risposta istituzionale che, di fatto, mette fuori legge, allevamenti come quelli del paese della Bassa.
Stop, dunque, agli allevamenti di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione. Lo stabilisce un emendamento, approvato in commissione Affari Sociali della Camera, alla normativa che recepisce la legge comunitaria del 2011 e che riguarda la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.
E questo avviene, come detto, dopo pochi giorni dal “caso Green Hill”, la struttura tristemente famosa perché ospita, ogni anno, circa 2mila cani beagle destinati alla vivisezione (unica in Italia) e che la settimana scorsa ha portato attivisti fin sopra al tetto della stessa struttura per protestare.
«È avvenuta una rivoluzione culturale», ha esultato il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, presidente del Comitato per la creazione di una Italia “animal friendly”.
Le norme, che diventeranno definitive con l’approvazione del provvedimento che in Italia recepisce la legge comunitaria 2011, prevedono infatti anche l’implementazione dei metodi alternativi all’uso di animali a fini scientifici destinando a questo scopo congrui finanziamenti; la formazione di personale esperto nella sostituzione degli animali con metodi in vitro.
Vengono vietati anche esperimenti che non prevedano anestesia qualora provochino dolore all’animale e si definisce un quadro sanzionatorio appropriato. Vietato inoltre l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via d’estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo.