Coop aderisce allo standard internazionale “Non testato sugli animali” per i propri cosmetici.

Dallo scorso 14 dicembre Coop ha aderito allo standard internazionale “Non Testato su Animali”: l’unico disciplinare riconosciuto a livello mondiale che indica ai consumatori le aziende i cui prodotti cosmetici non sono in alcun modo frutto di sperimentazione su animali. Le aziende aderenti infatti si impegnano a non commissionare e a non effettuare test su animali sul proprio prodotto  finito (cosa che Coop già faceva) e anche su tutte le materie prime che lo compongono.
La Coop è così la prima catena della grande distribuzione del nostro paese a entrare nella lista della LAV, la Lega antivivisezione, che è il rappresentante in Italia della ECEAE (European Coalition to End Animal Experiments).  “L’adesione di una grande catena di distribuzione come Coop allo standard internazionale “Non Testato su Animali”  è la conferma che i tempi sono maturi per realizzare quanto le associazioni animaliste e i cittadini chiedono da anni: la cessazione dell’impiego di animali per la sperimentazione cosmetica – dichiara Roberta Bartocci, responsabile LAV settore Vivisezione e biologa – L’approvazione dei prodotti cosmetici a marchio Coop, così come delle oltre duecento imprese aderenti allo standard in tutta Europa, testimonia che è possibile formulare qualsiasi tipologia di prodotto cosmetico senza il ricorso a test su animali”.
“È da ricordare che la sottoscrizione di un’azienda allo standard impegna la stessa a non effettuare né commissionare test su animali per i suoi prodotti e materie prime – prosegue Roberta Bartocci – Ad oggi sono già disponibili circa 10.000 sostanze utilizzabili dall’industria cosmetica per formulare i propri prodotti e se tutte le aziende sottoscrivessero lo standard, automaticamente cesserebbero i test cosmetici su animali poiché tutte le aziende utilizzerebbero le materie prime già esistenti per formulare i propri prodotti. Purtroppo, invece, in Europa circa 35.000 animali ogni anno muoiono sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme e saponi. Diversi sondaggi in tutta Europa hanno dimostrato che la maggioranza delle persone non crede che sviluppare nuovi cosmetici sia una valida giustificazione per uccidere animali, nonostante ciò si continuano a commercializzare cosmetici sperimentati su animali”.
Le aziende approvate in base allo standard internazionale “Non Testato su Animali” sono sottoposte, in Italia, a controlli a sorpresa effettuati da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, www.icea.info); e solo in seguito all’esito positivo della visita ispettiva da parte di ICEA, la LAV inserisce l’azienda nella propria lista, come avvenuto per Coop.
È importante precisare che, grazie ad una grande campagna internazionale coordinata dalla Coalizione europea contro la vivisezione, esiste una Direttiva Europea che prevede il divieto di vendita di cosmetici sperimentati su animali. Il termine di entrata in vigore (inizialmente fissato per il 1998) è stato più volte posticipato.
La Direttiva 2003/15/CE ha sancito un nuovo allungamento dei tempi: il bando totale ai test e il divieto di commercio di cosmetici sperimentati su animali, è slittato al 2013 (la legge europea, dal 2005 vieta di testare i cosmetici, cioè i prodotti finiti, su animali, ma fino al 2013 è consentito testare i singoli nuovi ingredienti). “Fino a quella data – spiega ancora Roberta  Bartocci – i consumatori possono scegliere solo cosmetici realizzati dalle aziende che aderiscono allo standard Internazionale”. Ricordiamo infine che Coop, oltre a quelle sui test animali, garantisce da sempre che i propri prodotti a marchio della linea igiene (shampoo, saponi, bagno schiuma) siano testati (presso le Università di Pavia e Siena) per valutarne il grado di irritazione e allergenicità, risultando idonei dal punto di vista dermatologico. (Fonte: e-coop)