Forse stasera moriro’
e da sotto questa quercia
con l’ultimo respiro, che mi resta in gola,
vorrei ringraziare il Signore
per il pane che mi ha fatto trovare
nella spazzatura,
per l’acqua che ha fatto scendere dal cielo
per dissetarmi,
per i sagrati delle chiese
dove ho potuto ripararmi.

Ricordo,
quella mano, grande, pesante,
che ancora cucciolo mi ha
abbandonato nella strada,
dove
vissi tutto il mio calvario.
Ho attraversato monti, boschi e paesi
nessuno mai mi ha tenuto con se’,
Ricordo,
avevo un nome, che ho dimenticato e da allora sono sempre stato
“Cane”.

Signore,
tante sono le cose che vorrei dirti;
ma…
il cuore ha rallentato il suo battito
e il respiro si affievola sempre piu’.
Perdonami! E ti supplico:
fa’ che la mano dell’uomo
non abbandoni piu’
un cucciolo nella strada.

E’ triste vivere da vagabondi,
e’ penoso essere soli,
ed essere soprattutto semplicemente
solo un cane.
Signore, esisterà di certo il paradiso,
con tanti angeli a cui
donare il mio amore assoluto e infinito
come il mare,
un tesoro che l’uomo ha rifiutato.
Sarà bello quel paradiso dove correrò
libero da catene, su e giù nell’immensità.

E amerò, senza essere, mai più tradito,
da qui all’Eternità.
E oltre.

C.A.A.R.T
Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana

(Un ringraziamento a Giulia Fiori per la realizzazione.)