Forse stasera moriro’ e da sotto questa quercia con l’ultimo respiro, che mi resta in gola, vorrei ringraziare il Signore per il pane che mi ha fatto trovare nella spazzatura, per l’acqua che ha fatto scendere dal cielo per dissetarmi, per i sagrati delle chiese dove ho potuto ripararmi.
Ricordo, quella mano, grande, pesante, che ancora cucciolo mi ha abbandonato nella strada, dove vissi tutto il mio calvario. Ho attraversato monti, boschi e paesi nessuno mai mi ha tenuto con se’, Ricordo, avevo un nome, che ho dimenticato e da allora sono sempre stato “Cane”.
Signore, tante sono le cose che vorrei dirti; ma… il cuore ha rallentato il suo battito e il respiro si affievola sempre piu’. Perdonami! E ti supplico: fa’ che la mano dell’uomo non abbandoni piu’ un cucciolo nella strada.
E’ triste vivere da vagabondi, e’ penoso essere soli, ed essere soprattutto semplicemente solo un cane. Signore, esisterà di certo il paradiso, con tanti angeli a cui donare il mio amore assoluto e infinito come il mare, un tesoro che l’uomo ha rifiutato. Sarà bello quel paradiso dove correrò libero da catene, su e giù nell’immensità.
E amerò, senza essere, mai più tradito, da qui all’Eternità. E oltre.
C.A.A.R.T Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana
(Un ringraziamento a Giulia Fiori per la realizzazione.)